La facciata è in stile barocco ed è arricchita da un’antica porta in legno sormontata da un portale in pietra con l’iscrizione “Divae Mariae Matri Graziae”, denominazione con cui nel 700 veniva riconosciuta la Chiesa, allora solo Oratorio. In alto si può ammirare un affresco dell’Immacolata del 1671, mentre all’interno il pavimento è in pietra di Moltrasio.
Lungo le pareti della Navata si possono ammirare delle tele settecentesche: “Il matrimonio mistico di S. Caterina” e “L’elemosina di S. Domenico”, mentre a destra del presbiterio sono rimasti alcuni resti di affreschi settecenteschi che in origine decoravano la chiesa.
Di origini antichissime, la prima testimonianza della sua esistenza risale alla fine del 1500, in occasione di una visita pastorale del Vescovo Ninguarda; veniva definita come un oratorio, quindi una struttura molto semplice dove non si poteva celebrare la Messa.
Intorno al 1620 gli spazi furono ampliati e l'immagine della Madonna che allatta Gesù staccata dalla vecchia edicola e posta al centro dell’altare e fu così possibile celebrare le funzioni religiose. Campanile e sacrestia furono probabilmente edificati alla fine del 1600.
Una curiosità è data dal fatto che la porta di uscita della sacrestia si trova a circa un metro e mezzo di altezza rispetto al manto stradale, fatto dovuto ai lavori di allargamento e abbassamento della Via Regina che si sono succeduti nei secoli. All’interno della chiesa si trova la lapide del parroco Giovanni Maria Ostinelli, il quale provvide ad ulteriori interventi di ampliamento nel XIX sec., e successivamente fu terminato l’altare, ornato da un dipinto dell’Immacolata Concezione, copia su originale del Morazzone del 1630 circa.