Su un pianoro nel Comune di Grandola ed Uniti a 479 m si trova "Il Rogolone" una grossa quercia alta 25 e larga 8 metri, la quercia più grande del nord Italia e una delle più maestose d’Europa.
Punto di partenza Piazza Garibaldi, Menaggio. Si percorre Via Calvi; si attraversa la statale e si imbocca Via Caronti sul lato sinistro della chiesa di S.Stefano, in fondo si gira a destra e dopo ca. 30 m. a sinistra in Via C. da Castello. I resti del Castello lasciano immaginare quale doveva essere la sua struttura in epoca medioevale. Esso fu infatti distrutto dai signori delle Leghe Grigie nel 1523 e completamente smantellato.
All'incrocio con via Strecioum si prende a sinistra la lunga scalinata (Via Rezia) che finisce in un sottopassaggio. Percorso il sottopassaggio, s'imbocca Via Monte Grappa, che dopo 300 m sbuca sulla statale 340, e la si attraversa.
Dopo aver risalito la breve scalinata si imbocca a destra la pista ciclopedonale che segue le tracce dell'ex-ferrovia della linea Menaggio - Porlezza.
Si entra in una valle e si attraversa una galleria lunga 90 m per giungere al Comune di Grandola ed Uniti. Più avanti la pista si interrompe sulla Strada Provinciale di Grandola. Si gira a destra per raggiungere il bellissimo centro storico di Cardano che si raggruppa attorno a Villa Bagatti Valsecchi.
Le origini della Bagatti Valsecchi risalgono al '600 anche se tra il '700 e il '900 l'edificio venne ampliato e rialzato.
Oltrepassata la chiesa dedicata a S. Caterina si giunge di nuovo sulla S. P. di Grandola. La si attraversa e si prende Via Gonte che conduce al centro storico di Gonte. Dalla piazza, dove si trova la chiesa di S. Giovanni Battista, si imbocca Via alle Vigne sul lato destro della chiesa.
La carrareccia scorre lungo la Val Menaggio affiancata sulla sinistra dal Monte Crocione (1640 m) e dal Monte Galbiga (1698 m) e sulla destra dal Monte Grona (1736 m). Dopo ca. 1 km, al bivio all'altezza di una casa, si tiene la destra.
Dopo un breve tratto nel bosco si passa davanti ad una piccola cappella votiva e, dopo ca. 500 m si giunge ad un bivio dove si prende a destra. Si prosegue in leggera salita in mezzo a prati e boschi e, superati due piccoli guadi, si giunge ad un bivio dove si prende a sinistra (cartello Rogolone).
Il percorso prosegue nel bosco per arrivare, dopo un ultimo ripido strappo, alla radura dove si trova il Rogolone, la grande quercia plurisecolare e il Rogolino.
Dopo aver ammirato la quercia, s'imbocca il sentiero che lascia la radura in alto sulla destra la direzione di Velzo (cartello). Dopo aver percorso un tratto nel bosco si arriva in ca. 40 minuti all'abitato rurale di Velzo.
Si attraversa la carrozzabile che sale a Naggio, e si percorre Via Cima che conduce al centro di Velzo. Presso la casa dove si divide la stradina si tiene la destra (Via Gottro) e, sempre tenendo la destra, si sbuca su una piazzetta con una cappelletta dove si imbocca la Via Leopardi sulla sinistra, giungendo ad un lavatoio. Si attraversa di nuovo la carrozzabile e si prende la mulattiera che scende a Codogna costeggiando la bellissima chiesa parrocchiale di S. Siro.
Si raggiunge Villa Camozzi, sede del Municipio e del Museo Etnografico e Naturalistico Val Sanagra.
La villa fu edificata nel settecento e si presenta come una classica dimora di quell’epoca.
Si attraversa la carrozzabile nei pressi del centro sportivo e per Via Mulino si scende al fiume Sanagra, seguendo le indicazioni per l'Agriturismo La Vecchia Chioderia, antica fabbrica di chiodi e serrature, sorta sulle rovine di un precedente mulino. Ora essa è diventata un allevamento di trote, nonché agriturismo, ottimo luogo per gustare le specialità locali. Si attraversa il ponte e si prende lo sterrato (a destra) lungo il fiume per giungere in breve alla Fornace Galli, un'antica fabbrica di mattoni.
Si prosegue sul percorso 4 per raggiungere la località Mulino della Valle dove si prende la sinistra in direzione Piamuro. Dopo aver superato la Cappella dell'Artus, si giunge alla località Piamuro, un vasto pascolo. Da qui si scende lungo la carrozzabile verso la località Loveno per arrivare alla chiesa di San Lorenzo con la sua facciata barocca.
Loveno era storicamente meta di soggiorno per famiglie patrizie che vi edificarono importanti dimore. È il caso di Villa Garovaglio, e di Villa Mylius Vigoni di proprietà della Repubblica Federale Tedesca e sede del centro culturale italo tedesco Villa Vigoni, che organizza convegni ad alto livello. La villa e il suo parco sono visitabili su prenotazione tel. 0344 361232.
Si scende lungo Via Garovaglio per poi imboccare sulla destra Via XXIV Maggio che passando per la villa Belfaggio sbuca in Via Sauro. Seguendo i cartelli si sfruttano le varie scorciatoie per arrivare di nuovo a Menaggio.
Da Como si segue la SS340. Entrati nella galleria di Menaggio, si prende la direzione Porlezza. A Grandola ed Uniti si devia per Cardano-Codogna.
Proseguendo sempre diritti, si raggiunge, a Codogna, il Municipio di Grandola ed Uniti (con parcheggio), posto nella settecentesca Villa Camozzi.
Sulla recinzione della villa, nella parte bassa, un cartello indica la stradina pianeggiante che porta al Rogolone. Lo si raggiunge in circa mezz'ora ed altrettanto occorre per il ritorno. Le indicazioni frequenti non permettono di sbagliare strada.
La linea ferroviaria tra Menaggio e Porlezza, inaugurata nel 1884, nacque allo scopo di incrementare il turismo del nord Europa verso la regione dei laghi. Arrivati in treno a Lugano, i passeggeri proseguivano con il piroscafo fino a Porlezza e da qui con il treno fino a Menaggio. Tra le due guerre mondiali, fino al 1939, la linea ferroviaria venne sfruttata come sistema di trasporto locale, per poi cadere in abbandono al termine della seconda guerra mondiale.
La villa sorge sulla parte più elevata di Cardano, ed è un balcone naturale sul paesaggio unico e suggestivo della Val Sanagra. Fu edificata nell’anno 1700 per volontà di Giovanni Battista Guaita, membro di un’illustre famiglia locale di alta elevazione sociale, raggiunta nei decenni precedenti a seguito dell’emigrazione in Germania.
La famiglia Guaita possedeva anche gran parte della valle circostante. Nel tempo i vari abitanti della casa decisero di modificare l’aspetto esteriore dell’edificio, adattandolo allo stile medievale del borgo del paese, la frazione di Cardano.
Nell’Ottocento la proprietà passò prima ai baroni Galbiati poi, nel 1896, la casa venne ereditata dai Bagatti – Valsecchi di Belvignate, attuali proprietari.
L’entrata è situata su una piccola piazza dell’abitato, circondata da antiche case in pietra abbellite con decorazioni “a graffito” tipiche delle valli alpine della zona. I corpi sono disposti a “U”, anticipati da una bella cancellata in ferro battuto prospiciente la piazza. L’altezza della casa varia: dai tre piani della parte verso il paese si passa ai due della parte interna. I baroni Galbiati aggiunsero anche una loggia – torre sul tetto.
Rogolone e Rogolino sono due esemplari monumentali di quercia, e sono noti anche con gli appellativi dialettali “Rugulon” e “Rugulin”. Situati nel comune di Grandola ed Uniti, a 450 m di quota, crescono in una radura appartenente alla frazione Velzo, nelle vicinanze della località “Bosco Impero”. Il Rogolone, in particolare, è un rovere secolare dalle dimensioni eccezionali: 8 m di circonferenza e 25 m di altezza che lo rendono la quercia più grande del nord Italia e una delle più maestose d’Europa.
L’albero, di proprietà dell’associazione Italia Nostra, è tutelato in quanto Monumento Nazionale dal 18 dicembre 1928 e, dal 2001, è anche il simbolo del Museo Val Sanagra. Le grandi dimensioni dei due alberi hanno in passato ispirato leggende e credenze riguardo la loro età: fino a pochi anni fasi pensava che il Rogolone dovesse avere centinaia se non addirittura migliaia di anni. La tradizione legava la grande quercia al luogo dove gli anziani dei paesi vicini si erano radunati per segnare i confini tra i territori, nell’anno 1530; secondo altre interpretazioni i due alberi sarebbero stati il punto di riferimento di una località dove, nei tempi remoti, veniva celebrata una festa pagana in onore della primavera accompagnata da rituali magico-religiosi. Addirittura fino agli anni ’80 perdurarono credenze convinte che la piante avesse circa 1500 anni. Le dispute vennero risolte nel 1988, quando Italia Nostra organizzò una festa al Rogolone intitolata
“Il Rugulon: storia di un albero”, durante la quale vennero resi pubblici i risultati della datazione svolta dal Laboratorio Dendrocronologico di Losanna: il Rogolone vegeta dal 1730, ha perciò circa 280 anni, mentre il Rogolino dal 1820 ed è di 90 anni più giovane.
La Villa Camozzi a Grandola d Uniti fu edificata nel settecento e si presenta come una classica dimora di quell'epoca. La villa ospita il Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra. Il museo conserva testimonianze della storia e delle tradizioni popolari della valle. Vi sono ricreati diversi ambienti naturalistici comprese esposizioni di reperti fossili e di funghi, diorami relativi alla fauna, un'esposizione documentale della ex ferrovia Menaggio-Porlezza, una sala dedicata alla musica e numerosi attrezzi appartenenti alle civiltà contadine. Nel periodo estivo, è inoltre visitabile la fornace per la lavorazione dell'argilla. La fornace si trova sul fiume Sanagra raggiungibile dalla frazione di Codogna.
La fornace è un esempio di archeologia industriale: al suo interno si trovano un forno di cottura e gli impianti necessari per la lavorazione dell'argilla tramite la forza motrice dell'acqua. L'edificio, restaurato e messo in funzione, è la sede del Parco Val Sanagra.
La cappella è soggetta ad un restauro voluto dal Gruppo Alpini di Grandola ed Uniti, attualmente in fase di completamento. Situata proprio sul confine che divide Grandola ed Uniti e Menaggio, affianca la strada sterrata che da Piamuro permette di raggiungere i mulino della Valle, l’antica Regina e il borgo di Codogna.
Il Nome “Artus” non ha riferimento con il protagonista della leggenda ma deriva da Artusio, nome storico della località in cui è stata edificata la Cappella.
L’edificio è una delle testimonianze più significative dell’antica religiosità popolare del territorio per la leggenda che lo accompagna. L’interno originale, di cui si ricordava una bella tela dedicata a Maria santissima, è andato purtroppo perduto, quello attuale è frutto dei lavori di restauro e conta un bell’altorilievo ligneo con soggetto ispirato alla leggenda legata alla cappella.
Possibilità di parcheggio a Menaggio, lungo la strada delle vie circostanti a Piazza Garibaldi.
Piazza Garibaldi, Menaggio, CO, Italia