Il Museo della Fine della Guerra di Dongo intende ridar colore e voce ai ricordi sbiaditi della Liberazione, attraverso moderne tecnologie interattive e un linguaggio che parli anche alle nuove generazioni.
Il Museo non è che l’inizio di un itinerario che si snoda alla ricerca di quei “luoghi della memoria”, luoghi che hanno visto accadere, negli anni della Guerra e della Resistenza, fatti storici di portata nazionale e internazionale, ma anche vicende personali e di paese, in qualche modo sempre legate alla Storia.
L’allestimento si snoda lungo le sale al pian terreno dello storico Palazzo Manzi: un racconto multimediale che coinvolge in un intreccio di memorie e narrazioni.
Proiezioni video e paesaggi sonori ridanno vita agli eroi della Resistenza e ai vinti della Guerra, in un percorso immersivo per conoscere e appassionare ad ogni età.
Le sette sale sono così allestite:
SALA 1 – I giorni della Liberazione
La sala 1 è una introduzione al Museo: presenta la situazione in Italia nell’aprile del ’45 e sul muro una stampa a grandezza naturale raffigura Palazzo Manzi in quei giorni. I giornali appesi al soffitto sono consultabili: una “pioggia di notizie”. L’audio riporta i comunicati radiofonici di Radio Londra (notizie e messaggi in codice), in cui riconoscono le voci di Sandro Pertini e del colonnello Stevens.
SALA 2 – I fatti di Dongo
Nella sala, completamente buia, si può vedere un “filmato” particolare: sulla parete a specchio vengono illuminati degli oggetti, che raccontano l‘episodio della cattura dei gerarchi e del Duce. In seguito un filmato d’epoca racconta l’esecuzione dei gerarchi e di Mussolini, con immagini inedite e originali.
SALA 3 – Gli anni della Resistenza
La sala 3 è dedicata al ricordo dei partigiani. Sulle pareti si vedono le fotografie dei protagonisti della Resistenza, mentre una voce cita vari spezzoni da testi e lettere dei partigiani.
SALA 4 – Il Rosso e il Nero
Divisa in due da una tenda tricolore, la sala 4 è composta da immagini e parole scritte sui pannelli. La sala affronta i due temi contrapposti della fabbrica resistente (la Falck) e del presidio fascista delle Brigate Nere.
SALA 5 – Memorie della Resistenza: i racconti del focolare
Forse la sala più suggestiva: le sedie intorno al camino ricordano quando i nonni, la sera, raccontavano ai nipoti le loro storie. Le storie qui sono i ricordi dei partigiani, dei combattenti e di chi ha vissuto un’esperienza di guerra o Resistenza.
SALA 6 – La guerra oltre Dongo
La sala è un approfondimento di diverse tematiche, estese ad un territorio più ampio, comasco ma anche europeo. Infatti una parete, coperta da pannelli, racconta le vicende partigiane e fasciste nell’area comasca, e il fenomeno del contrabbando. Sulla parete opposta, lo scenario si amplia all’Europa, e si raccontano gli eventi bellici tra il ’43 e il ’45. In particolare viene dato risalto agli eventi di Arromanches-les-Bains, cittadina gemellata con Dongo: proprio Arromanches, infatti, è una delle località della Normandia dove avvenne lo sbarco degli Alleati il 6 giugno del ’44. In risalto anche l’episodio della liberazione della città di Como da parte dei partigiani e il successivo arrivo degli Alleati sulle sponde lariane.
SALA 7 – Frammenti della Liberazione
La sala è un ambiente immersivo: il filmato viene proiettato dagli specchi sulle pareti bianche. Le immagini sono riflesse in modo irregolare per trasmettere il disorientamento emotivo. Vengono narrati i giorni precedenti all’arresto di Mussolini, quando sui monti sopra Dongo, i militi fascisti uccisero dei partigiani (tra cui Giulio Paracchini, a cui è intitolata oggi la piazza in cui si trova il Museo), e crearono un ambiente rancoroso in paese, proprio 3 giorni prima della cattura del Duce.
Lo storico Palazzo Manzi, costruito per una nobile famiglia del luogo nel 1803 e oggi sede comunale di Dongo, nell’aprile del 1945 è protagonista delle vicende storiche che il Museo della Fine della Guerra vuole raccontare.
Da qui partono i rastrellamenti delle Brigate Nere stanziate a Dongo. E qui il 26 aprile s’insedia il primo Sindaco della Liberazione. Nelle stanze al pian terreno ha luogo l’interrogatorio di Mussolini, dopo la sua cattura. In Sala d’Oro vengono rinchiusi i gerarchi fermati a Musso, prima della loro fucilazione. E in quello stesso salone viene allestita la camera ardente per gli ultimi morti della Resistenza a Dongo.
La Sala d’Oro di Palazzo Manzi, un tempo salone d’onore dove i nobili proprietari organizzavano balli e ricevimenti, fu il luogo di detenzione dei gerarchi catturati con Mussolini: mentre lui veniva trasferito per precauzione, i suoi fedelissimi (tra cui i ministri Pavolini, Mezzasoma, Liverani) erano a Dongo, in attesa di conoscere il loro destino.
Il palazzo ha ospitato fin dal 1995 il Museo della Resistenza Comasca, curato e gestito con passione dall’omonima Associazione donghese.
Il museo esponeva cimeli, fotografie, documenti storici e pannelli didattici relativi alla lotta partigiana sul Lago di Como, con particolare attenzione agli eventi accaduti nella zona di intorno a Dongo.
Il nuovo allestimento multimediale raccoglie idealmente l’eredità di quella semplice esposizione. Essa ha infatti avuto il merito di conservare un patrimonio di memorie che rischiava di andar perduto per sempre.
Dettagli
Palazzo Manzi, Piazza Paracchini, 622014Dongo (CO) Italia