Intervista ad Arianna Pollini che ha partecipato alle riprese del film Madame Solario, interpretando il ruolo della Marchesa de Florel.
Conoscevi il romanzo?
Arianna: No e non l’ho nemmeno letto dopo il film perché non sapevo che fosse stato tradotto in italiano. (NdR: Baldini Castoldi Dalai, 2003)
Ti era già capitato di recitare in costume d’epoca?
No, è stata la prima volta, ma ero contenta di poterlo fare perché mi hanno sempre detto che avevo le fattezze di una donna di fine Ottocento. Appena mi ha visto, il regista mi ha subito detto che ero perfetta per il ruolo. Allora avevo i capelli lunghi, ricci e sono stati ampiamente usati per creare acconciature vaporose, ispirate ad alcuni quadri tipici della Belle Epoque, pettinature voluminose con i capelli raccolti in cima e cappellini tenuti fermi da spilloni nei capelli. Molti degli abiti erano davvero d’epoca, sete leggere e fragilissime.
Dunque, oltre alla difficoltà del corsetto, avevo anche un gran senso di responsabilità per questo vestiti così delicati. La sera, quando finalmente ci si toglieva il corsetto, si ricominciava a respirare.
Qual era il tuo ruolo?
Io ero la marchesa de Florel, una donna italiana sposata a un nobile francese, meno raffinata dell'entourage attorno a lei. Con il marito aveva una relazione “aperta,” con un tacito accordo che consentiva loro di intrecciare liaison extraconiugali. Il mio accento italiano era perfetto per quel ruolo, dunque. In generale, per i personaggi d’origine straniera, il regista René Féret ha scelto attori della nazionalità corrispondente di modo che parlassero francese con il giusto accento straniero.
Il romanzo si svolge quasi tutto a Cadenabbia, e in particolare all’hotel Bellevue. Il film mantiene questa ambientazione?
Gli esterni sono stati girati quasi tutti a Villa Monastero a Varenna, altri ancora a Villa Serbelloni, alla Madonna del Soccorso e in una villa privata a Bonzanigo. Per gli interni si è girato a Parigi in un club privato, stupendo, sugli Champs Elisées con arredamento e oggetti d’epoca. Lo spazio era strutturato come un grande albergo con un salone centrale e una grande scala di marmo bianco che porta verso le stanze. Alcune scene sono state girate a Cardano di Grandola, un borgo molto bello con una piazzetta.
Era un cast internazionale. L’ambiente era gradevole?
Molto piacevole. Alcuni attori francesi avevano già lavorato con il regista, gli altri erano d’origine straniera proprio come i personaggi del romanzo. Erano tutti molto simpatici e alla mano, in particolare René Féret che purtroppo l’anno scorso è morto.
È stato difficile entrare nei panni di una dama d’inizio Novecento in vacanza sul lago?
Appena indossati gli abiti d’epoca e il corsetto mi sono subito calata nel ruolo. Del resto, sono abituata, è il mio mestiere. Avevo, semmai, altre preoccupazioni, in particolare capire tutto quello che mi dicevano (in francese), imparare il testo, avere la giusta pronuncia. Nel film, l’attore che interpreta il ruolo di mio marito è Christophe Rossignol che, oltre che attore, è un produttore. Ha prodotto film importanti come L’odio (1995), Irréversible (2002) e Welcome (2009). Quindi mi sentivo onorata e piuttosto emozionata a essere lì in quest’ambiente e a recitare accanto a un produttore così importante.
Sul lago sono stati girati vari film nel corso degli anni. Come ti è sembrato che reagisse la gente? C’era interesse o curiosità intorno al set?
Ho notato grande disponibilità e interesse nelle persone coinvolte nel set, ma non c’è stato un grande contatto con la gente del posto perché le riprese avvenivano in situazioni e ambienti appartati. Non si è mai girato in una piazza di un paese frequentata dalla gente del posto. Penso che anche tra le comparse ci fossero solo professionisti soprattutto francesi, quasi nessuno era del posto, se non qualcuno con fattezze particolari che avevano colpito il regista e per questa ragione è stato scelto.