Se vi trovate sul Lago di Como il week-end successivo al 24 di giugno, il mio consiglio è di non perdervi assolutamente quella che viene considerata una delle feste più famose e sentite del lago, la Sagra di San Giovanni, a Ossuccio, sulla sponda occidentale.
Ma, obietterete voi, feste simili, soprattutto d’estate e soprattutto in località turistiche, ce n’è in abbondanza … Cos’ha allora questa di tanto speciale?
Almeno tre cose, secondo me, e se leggete qui sotto scoprirete ciò che la rende unica nel suo genere.
Non è solo una piazza, un lungo lago o un campo sportivo ad animarsi, ma sono l’intero borgo di Ossuccio e i paesi limitrofi ad essere, per un giorno, letteralmente presi d’assalto da migliaia di persone, desiderose di assistere a uno degli eventi estivi più famosi del lago. Per un giorno l’aspetto stesso del paese muta, e con esso le persone che ci vivono. Quello che solitamente è un luogo tranquillo e silenzioso, per un giorno prende vita! Non c’è angolo, stradina, riva o corte che non si animi. E’ tutto un gran fermento, per le strade si aggirano centinaia di persone, bancarelle e mercatini vanno a ravvivare le vie principali del paese, bar e ristoranti si preparano al tutto esaurito, giostre, cibo da strada e tavolate popolano il parco al centro del paese. L’aria si carica di aspettativa, c’è fermento, energia. E la si percepisce tutta. Quando inizia a farsi scuro gli abitanti, come da rito, accendono centinaia di cerini, illuminando balconi, terrazze, davanzali, rive e corti. Un bellissimo effetto scenografico se visto soprattutto dal lago. Insomma, tutti si preparano e attendono festosi che scenda la notte e i botti abbiano inizio.
I fuochi d’artificio sono senza dubbio il momento più atteso dell’intera sagra. Ma non crediate si tratti di una semplice mezz’ora di fuochi … quello che va in scena qui è un vero e proprio spettacolo, con tanto di palcoscenico, storia da raccontare e finale ad effetto.
La conformità stessa del paese rende l’esperienza davvero unica. Avete presente un anfiteatro? In questo punto del lago le rive vanno a formare una sorta di insenatura al centro della quale sorge l’Isola Comacina, unica isola del lago. E il borgo di Ossuccio si sviluppa proprio di fronte ad essa, dalle rive fino alle pendici delle montagne circostanti. Ecco che allora l’Isola Comacina diventa il palcoscenico su cui prenderà vita lo spettacolo pirotecnico, lo specchio d’acqua che la circonda fa da platea, mentre le pendici delle montagne diventano gradinate da cui guardare la rappresentazione. Centinaia di imbarcazioni e diversi battelli vanno a posizionarsi in prima linea, nello specchio d’acqua che separa l’isoletta dall’abitato, illuminando a festa la platea di questo teatro naturale. Ma come potete ben immaginare non è detto che i posti migliori siano per forza in “prima fila”. Anche dall’alto lo spettacolo ha un suo perché, con una visuale a 180°.
Solo quando tutti gli spettatori avranno finalmente preso posto avrà inizio lo spettacolo. E solo in quel momento vi renderete conto di quanto anche l’acustica sia degna di un vero teatro! Sono le montagne circostanti a fare da cassa di risonanza e i botti rimbombano come non mai, coinvolgendo e stordendo ancor di più il pubblico.
In questa sagra i fuochi non sono semplici giochi di luci. Dietro c’è una storia, quella dell’Isola Comacina, dell’Imperatore Federico Barbarossa e delle guerre che hanno portato alla distruzione di questo piccolo lembo di terra. Sarà una voce narrante a raccontarla, mentre i botti si susseguono sulle note di musiche coinvolgenti. Quando infine l’intera isola si accenderà di rosso a ricordare l’incendio che la distrusse completamente, avrete la sensazione di aver fatto un balzo indietro nel tempo e di stare assistendo a qualcosa di unico. È uno dei momenti più suggestivi e scenografici della serata. Probabilmente è proprio il ricordo del passato di queste terre a rendere l’evento così sentito da chi vive su queste rive … Quando scoppia l’ultimo botto, una calorosa ovazione fatta di applausi, clacson di motoscafi e boato di battelli si alza in cielo ed esprime tutto il più sentito apprezzamento!
Nonostante, come avrete capito, il clou della festa siano i fuochi, in realtà la domenica la sagra continua e la tradizione prende nuovamente vita.
Si passa dal profano al sacro, ma la protagonista indiscussa resta sempre lei, l’Isola Comacina. È presso i resti della Basilica di S. Eufemia, situati proprio su di essa, che si celebra la Santa Messa in memoria del santo che, secondo la tradizione, sarebbe apparso a un isolano, invitandolo a scavare proprio dove sorgeva l’antica basilica, riportando così alla luce i resti di questa chiesa e anche il passato di queste terre.
Ecco allora che la messa diventa occasione per riportare per un giorno sull’isola le reliquie dei martiri della Pieve di Isola. La Solenne Processione è in realtà un intreccio di religiosità, folklore e storia. Un corteo di battelli, “lucie” (tipiche imbarcazioni) e barconi addobbati a festa, portano la popolazione sull’isola. A bordo non manca la banda, abili sbandieratori, barcaioli in abiti tradizionali e figuranti in costumi d’epoca. Il momento sacro, celebrato all’aperto, all’ombra di ulivi, tra le rovine dell’antica basilica, in uno dei siti archeologici più straordinari del Nord Italia, è davvero molto suggestivo e toccante.
Ma se tutto ciò ancora non vi bastasse, non vi resta che assistere al momento finale della sagra, la “Regata di San Giovanni”, una gara di lucie dei comuni rivieraschi. In questo caso la competizione è alle stelle e il forte campanilismo degli abitanti di questi borghi esce tutto, coinvolge e fa spettacolo di per sé. Imperdibile!
Insomma, adesso mi credete? È una sagra con la “s” maiuscola, straordinaria, da vivere assolutamente fino in fondo.