“Viaggio in Tremezzina” di Felice Cùnsolo e Gian Giuseppe Brenna
Invito alla lettura di SILVIA DE ANGELI
È del 1966 il curioso libro che vi presento, che siate tremezzini doc oppure turisti lontani questa è sicuramente una lettura interessante ed insolita.
Il volumetto apre raccontando di un viaggio in battello davanti a Tremezzina:
Terra antica per genti e tradizioni, essa ha come simbolo l’ulivo, come emblema la sue chiesette romaniche espressione di un’arte che qui ebbe i natali, come vanto la mitezza del clima.
Si rasenta la costa passando davanti a Ossuccio, all’Isola Comacina, alla punta di Balbianello dove vi è un edificio che con la roccia par confuso, quasi sia stato in essa scolpito, si arriva nel golfo di Lenno, si passa da Portezza, Azzano, Mezzegra sino a giungere a Tremezzo.
Quello che più colpisce il visitatore sono i colori, il riflesso delle acque, la vegetazione e l’armonia che governano questo territorio.
Il lago, per il gioco particolare di luci, appare ad ogni sosta sempre diverso. […] L’opera umana è insignificante paragonata alla bellezza imponente del panorama.
Descrizione di stampo bucolico, pastorale e dai caratteri idilliaci e mitici.
Una viva pittura dal vero, in cui l’autore esprime evidentemente le proprie impressioni: tutto è nobile e delicato, tutto parla d’amore, nulla ricorda le bruttezze dell’incivilimento.
Per un breve momento, per pochi chilometri di costa, lo spettatore si trova ad osservare un quadro che pare esprimere completezza, armonia e sembra essere un invito ad apprezzare queste bellezze fino in fondo, prima che il battello termini la sua corsa.
L’immaginazione è commossa dal suono lontano della campana di qualche minuscolo villaggio nascosto sotto gli alberi; e i suoni portati sulle acque che li addolciscono assumono un colore di soave malinconia, e par dicano all’uomo: la vita fugge, non mostrarti dunque tanto restio verso la felicità che si presenta, affrettati a godere.
Ecco che la descrizione si presenta come un invito a visitare la Tremezzina, a vivere questa realtà, a svelarne le caratteristiche più nascoste e a coglierne le bellezze.
La Tremezzina è il più bel sogno e la più felice realtà che il lago di Como possa offrire e rimane nel cuore di tutti come una soave visione.
Non c’è da stupirsi di questo. Il lago di Como è chiamato anche Lario, nome datogli dagli etruschi; da Lars (principe): è il principe dei laghi e la Tremezzina è il suo miglior gioiello.
Terminata la descrizione del viaggio in battello, il libro da poi spazio alla presentazione di un itinerario turistico nel quale troviamo molti dati storico-geografici, descrizioni delle chiese, indicazioni gastronomiche (dove mangiare, quali sono le sagre tradizionali…), informazioni sui mestieri del luogo, sulle usanze ed i personaggi memorabili.
Si parla del clima e della vegetazione ricordando quanto scriveva l’abate Frisia, un letterato del Settecento, HIC VER ASSIDUUM (qui è sempre primavera).
Inoltre sono interessanti gli excursus sull’origine dei nomi dei paesi (Mezzegra, da “Inter agros”: tra i campi; Lenno: levigazione fonetica di Lemnos, isola greca…), sulle legende, sulle ricette gastronomiche, a cui è dedicata l’ultima parte del libro…
Tante notizie ma una lettura scorrevole e semplice. Tanta bellezza rappresentata con parole umili e istintive. Un libro da avere, che siate tremezzini oppure no.
Passati circa cinquant’anni dalla pubblicazione di questo testo sicuramente alcuni cambiamenti ci sono stati, qualche bar citato avrà cessato di esistere, qualche hotel consigliato avrà cambiato gestione e qualche ristorante avrà variato il menù ma certamente la più grande ricchezza permane: la bellezza.
HIC VER ASSIDUUM
qui è sempre primavera
Il testo è acquistabile in internet oppure lo si può prendere il prestito nelle biblioteche della Provincia di Como.
Per maggiori informzioni: catalogo biblioteca online.
Le illustrazioni riportate nel libro sono disegni originali dell’artista Giuliano Collina.
Articolo di Silvia De Angeli