Fino al 31 marzo 2019 presso le sale espositive di Villa Sucota ha luogo la mostra: Bizarre, novità e stravaganze nelle sete europee del XVIII in dialogo con le opere di Stefano Arienti.
Orari di apertura
Da lunedì a venerdì: 10:00-13:00 e 15:00-18:00
Domenica: 14:00-18:00
(ultimo ingresso 17:30)
Ingresso libero
La mostra
La Fondazione Antonio Ratti ha inaugurato il 14 dicembre 2018 presso le sale espositive di Villa Sucota “Bizarre, novità e stravaganze nelle sete europee del XVIII” a cura di Maddalena Terragni in collaborazione con Gregorio Magnani.
La mostra, in corso dal 15 dicembre 2018 al 31 marzo 2019, presenta un dialogo inedito tra una selezione di tessuti “bizarres”, provenienti dalle collezioni FAR e TGL, e l’opera dell’artista Stefano Arienti.
Bizarre, novità e stravaganze nelle sete europee del XVIII mostra, in una prospettiva contemporanea e trasversale, un fenomeno della storia del tessuto occidentale. A cavallo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, i tessitori europei inventano motivi decorativi inusuali mescolandoli liberamente e attingendo a tutti i riferimenti culturali che provengono dall’Oriente, senza preoccuparsi di produrre rappresentazioni fedeli al reale. È proprio questo approccio nel ridisegnare le forme il segno comune tra queste produzioni e il contemporaneo.
Seguendo la propria sensibilità e interpretando le forme, per la prima volta gli artigiani tessili possono attingere a piene mani al repertorio delle disegnature e creare per le loro sete policrome disegni astratti che si snodano sinuosi mescolandosi a motivi geometrici, grandi infiorescenze fantastiche che si confondono tra raffigurazioni di architetture barocche ed edifici orientaleggianti. La realizzazione di disegni tanto impegnativi è resa possibile dall’altissima competenza tecnica dell’epoca, in grado di tradurre le novità, le stravaganze e la raffinatezza dei decori, a volte di difficile lettura.
Questo approccio libero, comune alle produzioni settecentesche e al contemporaneo, viene reiterato e sottolineato dall’intervento site-specific di Stefano Arienti. Non è la prima volta che il lavoro di Arienti si sviluppa attraverso il confronto con una collezione storica – ricordiamo ad esempio le recenti mostre Finestre Meridiane. Intersezioni con la collezione di Villa Croce, Genova (2017) o Quadri da un’esposizione, Palazzo Te, Mantova (2016) – ma il caso della FAR costituisce un unicum per il dialogo incalzante che si instaura con i tessuti.