Villa Olmo è tra i principali simboli della città di Como, una tra le più celebri e sontuose dimore storiche comasche; fu realizzata in stile neoclassico tra il 1782 ed il 1787 dall’architetto ticinese Simone Cantoni (Muggio di Mendrisio, Canton Ticino, 1736 – Milano 1818), per conto di Innocenzo Odescalchi.
La Villa sorge all’estremità nord-occidentale della città di Como, al termine della passeggiata a lago delle ville di borgo Vico (attuale passeggiata Lino Gelpi), aperta nel 1957 per collegare tra loro gli edifici patrizi cittadini più di spicco.
Percorrendo la passeggiata e ammirando le dimore signorili che si affacciano sul lago si può percepire quel connubio romantico e affascinante tra paesaggio, ingegno e gusto di architetti e giardinieri che, tra il 1700 ed il 1800, rese le sponde del Lario meta ambita dei Grand Tour della nobiltà europea e che Villa Olmo, con il suo parco, ancora oggi evoca.
Villa Olmo, di dimensioni monumentali, presenta un corpo centrale leggermente sopraelevato, scandito da colonne decorate con tondi raffiguranti Platone, Solone, Talete, Socrate e Pitagora, opera dello scultore ticinese Francesco Carabelli.
All'interno, in perfetta corrispondenza con le soluzioni architettoniche della facciata, troviamo un immenso atrio quadrato che occupa l'intera area dell'antica Villa Odescalchi, andando a coprire, in altezza, lo spazio di tre piani. Da qui una grande arcata conduce allo scalone d'onore, ornato con marmi e stucchi di pregiata fattura; fra balaustre lavorate e specchiere neoclassiche si distingue un affresco dell'Appiani, che presenta un soggetto mitologico, secondo l'uso dei palazzi e delle ville lombarde.
Dall'atrio, proseguendo verso il retro dell'edificio, si entra nella maestosa sala da ballo, coperta da una volta a padiglione su cui spiccano i bellissimi affreschi del pittore ticinese Domenico Pozzi, raffiguranti la Contesa fra Poseidone e Minerva per il patronato della città di Atene e Apollo con le nove Muse, eseguiti nel 1789. Le grandi figure in stucco sono di Carlo Luca Pozzi e raffigurano le principali divinità dell'Olimpo: Zeus, Era, Poseidone, Ade, Crono, Rea, Apollo e Artemide. Superato il salone da ballo, una fuga di stanze conduce ad una serie di ambienti destinati alla conversazione, al ricevimento, al gioco del biliardo fino al cabinet de toilette.
Sulle pareti, riccamente decorate con stucchi e dorature, alcuni grandi affreschi con temi mitologici danno il nome alle stanze che, da questi, vengono anche dette: di Dioniso, di Dioniso e Arianna, di Selene con Endimione, di Artemide.
Al primo piano, le decorazioni a carattere mitologico si concentrano nelle sale dedicate all'Olimpo con il medaglione che raffigura l'Apoteosi di Eracle e l'attigua sala delle arti.
Qui, sul lato che dà verso il giardino, si aprono una serie di fastosi salotti noti come: sala di Garibaldi, di Bacco e di Diana. Il teatrino a 92 posti, voluto dai Visconti di Modrone nel 1883, è un piccolo gioiello con un'acustica perfetta; sul soffitto spicca un affresco del Fontana.
Il Parco
Il parco alle spalle della Villa, cui si accede attraverso due porticati laterali, è il principale parco pubblico della città di Como: si estende per circa cinque ettari, escludendo le superfici dei diversi fabbricati e rappresenta uno dei parchi storici più rilevanti non solo della città ma dell’intera provincia.
All’interno del parco vi sono circa 780 alberi, comprese alcune piante monumentali come l’ippocastano, il cedro del Libano, il liquidambar ed alcuni platani, e 460 arbusti e cespugli.
Il parco si caratterizza per un impianto panoramico armonioso con piacevoli radure che si insinuano fra le macchie arboree oltre le quali si intravedono il lago e i monti sovrastanti. In una di tali radure fa bella mostra di sé un tempietto neoclassico, eretto dai Visconti di Modrone. Davanti al palazzo, un vasto giardino all'italiana con aiuole regolari conduce fino al lago dove corre una balaustra in pietra. Fra le aiuole, si ergono statue di divinità pagane con una vasca curvilinea al cui centro fu collocato un mostro marino in bronzo, opera dell'Oldofredi.
Edificata nel XVIII secolo, Villa Olmo deve il suo nome, secondo una tradizione non documentata, alla preesistente presenza nell’area, di due distinti esemplari di olmo, molto vecchi e di grandi dimensioni.
Fu realizzata in stile neoclassico tra il 1782 ed il 1787 dall’architetto ticinese Simone Cantoni (Muggio di Mendrisio, Canton Ticino, 1736 – Milano 1818), per conto di Innocenzo Odescalchi, la cui facoltosa famiglia nel 1664 aveva acquistato parte dei beni e dei terreni dell’abbazia di S.Maria di Vico detti dell’Olmo.
L’ispirazione neoclassica si manifesta in pieno nella facciata, il cui corpo centrale, rilevato in avanti, presenta cinque archi d’ingresso sovrastati da sei colonne ioniche alternate a medaglioni raffiguranti filosofi. Nel 1824, con la morte del marchese Odescalchi, la Villa passò alla famiglia Raimondi che vi ospitò illustri personaggi della storia italiana ed europea (Giuseppe Garibaldi, la famiglia imperiale di Ferdinando I d’Austria), per poi essere venduta nel 1883 ai duchi Visconti di Modrone, il cui stemma in pietra è posizionato al centro della balaustrata che corona l’edificio.
Nel 1925 fu ceduta al Comune di Como che due anni dopo, in occasione del primo centenario della morte di Alessandro Volta vi allestì l’Esposizione Internazionale Voltiana.
Da allora la Villa è sede prestigiosa di mostre, manifestazioni e convegni.