Per mettere in luce l'atmosfera intima, raccolta e religiosa della tradizionale festa di San Giovanni sull'Isola Comacina, ho voluto intervistare la signora Carmen di Campo, che ringrazio infinitamente per aver condiviso con me i suoi ricordi di bambina e di donna.
Fino agli anni ’60 del secolo scorso, quando ha iniziato ad acquisire sempre maggiore visibilità, la festa di San Giovanni riguardava un ristretto numero di persone. All’evento, infatti, prendevano parte solamente gli abitanti di Spurano, Ossuccio, Isola e Campo e la sua organizzazione era affidata alle donne e alle ragazze. La festa, come oggi, durava due giorni e i preparativi richiedevano un grande impegno.
Fondamentale, nelle settimane precedenti, era la conservazione dei gusci vuoti delle lumache,impiegati per la realizzazione dei lumaghit (in seguito sostituiti dai classici lumini); questi lumaghit, la sera del sabato, venivano accesi e disposti sulla scalinata della chiesa di San Giovanni, nel lago e alle finestre delle abitazioni di fronte all’isola Comacina, sulle cui spiagge, inoltre, erano accesi dei piccoli fuochi. In questi falò si bruciavano le sterpaglie raccolte durante la pulizia dell’isola.
La parte più importante era la festa religiosa della domenica. Le donne alle sei del mattino erano già all’opera: a Campo, luogo di partenza della processione, si iniziava la decorazione di quattro o cinque barconi. Questi, detti anche cumbàl, molto diffusi sul lago di Como per il trasporto delle merci, erano ornati di fiori e rami. Terminata la preparazione, alle 10:00 aveva inizio il corteo, al quale partecipavano solo gli appartenenti alle confraternite religiose.
In prima linea si trovavano le Figlie di Maria: le bambine indossavano abiti bianchi e corone di fiori, le ragazze portavano il velo bianco e una medaglietta azzurra. Le seguivano le Consorelle, con il velo nero, i bambini, accompagnati dalle suore di Ospedaletto, e i Confratelli, con la veste rossa. Dietro di loro, il parroco, i chierichetti con le reliquie del Santo e le autorità civili. In fondo alla processione qualche abitante e alcuni curiosi, spesso destinati a restare fuori dalla chiesa per mancanza di spazio. Giunti i cumbàl sull’isola, dove anche altri compaesani si recavano con la propria barca, all’interno della chiesa di San Giovanni, che le donne avevano pulito con cura il giorno prima, si celebrava la messa. All’esterno, dopo il rito, si svolgeva una piccola fiera e, per le associazioni e i gruppi religiosi, era l’occasione di vendere qualche bibita e raccogliere offerte (a partire dagli anni ’50, destinate alla costruzione dell’oratorio).
Rientrati in paese, nel pomeriggio, si assisteva alla tradizionale gara delle “Lucie“, tradizionali barche dei pescatori del Lago di Como, anch’essa di dimensioni contenute.
La tradizionale festa di San Giovanni è sempre stata un momento centrale ed emozionante per questa comunità e, anche se in modo diverso, continua ad esserlo per tutti coloro che vi prendono parte.