Si è svolta venerdì scorso l'anteprima del Tremezzina Music Festival, manifestazione fra le più attese del territorio. Protagonista una formazione composta da eccellenze locali.
È un tranquillo pomeriggio di metà agosto e in programma a Villa Carlotta c’è l’anteprima della sedicesima edizione del Tremezzina Music Festival con il DeLaGuasta quartet, formazione composta da Marco Pollini (flauto, sax e tromba), Flavio Minardo (chitarre, sitar), Stefano Gatti (basso elettrico) e Franco d’Auria (batteria, percussioni e hang). Finora tutto chiaro. Un po’ meno chiare sono le condizioni atmosferiche: 18 gradi e pioggia a intermittenza, un clima tutt’altro che estivo.
Ma il Tremezzina Music Festival è abituato a fare i conti con il maltempo: strumenti e service settati nel Salone centrale della Villa, breve sound check e pronti, via. “Come da tradizione – interviene Marco Zanotta, direttore artistico del Festival – l’anteprima chiama in causa musicisti del territorio, in questo caso di area jazz”. Per il concerto sono state infatti coinvolte le eccellenze, talenti locali per festeggiare il novantesimo anniversario della costituzione dell’Ente Morale Villa Carlotta.
Il Salone della Villa, luogo suggestivo di per sè, è gremito di persone. Un pubblico curioso e attento (compresi, dall’Ottocento con furore, gli attoniti – concedetemela – Marte e Venere). Il clima che si crea ha un nonsoché di frizzante, complici le forti personalità dei musicisti, Marco Pollini in primis, che ai fiati alterna tromba, sax e flauto. A Villa Carlotta ascoltiamo musiche dai mondi più lontani, ninna nanne rivisitate e cantate con lo stesso amore di una nonna, echi di musica progressive mista a jazz. I brani, presentati da Pollini attraverso brevi interventi esplicativi, sono sempre accompagnati da un vivo confronto fra gli strumenti in campo. Memorabile il duetto fra hang e sitar, rispettivamente suonati da Franco d’Auria e Flavio Minardo.
Insomma, fra pezzi come Fischiettando nel bosco e Acido dolce (che no, non sono deliri di una mente, ma titoli dei brani), assistiamo ad una performance di quattro professionisti. Quattro musici(sti) coi controfiocchi che, fatte fronte le difficoltà date da un’acustica – che principessa Carlotta mi perdoni – mediocre, hanno coinvolto il pubblico in un’anteprima davvero speciale.