19 maggio 2021: 50° anniversario della conquista del Polo Nord da parte di Guido Monzino.
Nel pomeriggio di mercoledì 19 maggio Villa del Balbianello ospiterà le celebrazioni ufficiali per il cinquantesimo anniversario della conquista del Polo Nord da parte del Conte Guido Monzino, l’ultimo proprietario di Villa del Balbianello, acquistata nel 1974 e donata al FAI nel 1988.
“Confidando che la pandemia allenti la propria presa, per noi quella di mercoledì 19 maggio sarà una data molto importante – ha affermato Giuliano Francesco Galli, area manager FAI Lombardia Prealpina. Quella del 19 maggio sarà considerata come un’apertura straordinaria tenendo conto che Villa del Balbianello il mercoledì è chiusa al pubblico. Abbiamo previsto visite a tema sulla vita di e sulle spedizioni del Conte Guido Monzino. Ci hanno già dato disponibilità ad esserci gli amici di sempre di Monzino e sarà con noi anche Rinaldo Carrel. La grande storia passerà ancora una volta da Villa Balbianello, che deve molto a Guido Monzino, ricordando che le sue ceneri sono custodite nella nevera della villa“.
Dalla punta della piccola penisola boscosa di Lavedo, allungata a picco sulle acque del centro del Lago di Como, la Villa si affaccia elegantemente su un ampio panorama che ne fa una delle più scenografiche dimore del Lario.
L’iniziatore delle meraviglie del Balbianello fu il Cardinal Durini, letterato e mecenate, che a fine Settecento scelse questo angolo lacustre per farne un ritiro di delizia e di svago letterario.
Una vocazione recuperata in tempi moderni da Guido Monzino, imprenditore, collezionista e appassionato viaggiatore, che nel 1974 fece della Villa il rifugio dove conservare con ordine e gusto i ricordi di una vita avventurosa che lo condusse, primo italiano, in cima all’Everest. La sua vita quotidiana e le fortunate gesta emergono da mappe, strumenti di viaggio, libri, arredi e preziose quanto curiose collezioni di oggetti d’arte antica e primitiva: tutto è ancora allestito secondo il suo volere, come i cimeli delle sue note imprese alpinistiche, custoditi nell’affascinante Museo delle Spedizioni.
Per sua volontà, nel 1988 la Fondazione ha preso in carico la rigorosa gestione della Villa, preservandone lo spirito che rivive anche nello stupefacente giardino che il FAI mantiene con la stessa maniacale perfezione. Un tracciato che spazia tra ardite potature e scorci romantici, viali fiancheggiati da statue, terrazze panoramiche e copiose fioriture, fino a culminare nella Loggia settecentesca che corona l’intero complesso regalando un duplice e aereo panorama.
Novant’anni fa, il 2 marzo 1928, nasceva Guido Monzino, alpinista, ultimo signore di Villa del Balbianello e soprattutto grande esploratore.
Monzino era il figlio di Franco, fondatore della Società anonima magazzini Standard, poi Standa, e di Matilde Alì d’Andrea-Peirce, di nobile famiglia siciliana. Trascorse l’infanzia sul lago di Como, a Moltrasio. Dopo aver concluso gli studi classici iniziò a lavorare alla Standa, di cui divenne direttore generale fino al 1966, quando il gruppo venne ceduto alla Montedison.
Nei primi anni Cinquanta fece un incontro destinato a cambiare il corso della sua vita: quello con la montagna. Accettò la scommessa di scalare il Cervino, senza preparazione alcuna, accompagnato da Achille Compagnoni, che aveva appena conquistato il K2. La fatica della scalata, il freddo, il gusto per la sfida esercitarono su di lui un fascino irresistibile e lo spinsero in ogni parte del mondo: dall’Himalaya all’Africa, dalla Groenlandia alle Ande.
Nel corso delle sue 21 spedizioni Guido Monzino ha posto la bandiera italiana sulle cime più alte, dove non era mai giunta. Monzino era determinato e volitivo, un grande leader che organizzava le sue imprese con puntigliosa attenzione, incurante della fatica. Era schivo di natura, poco incline alla mondanità e molto legato al gruppo di guide della Valtournenche che lo ha sempre accompagnato nel corso dei suoi viaggi.
Nel 1971 raggiunse il Polo Nord, raccogliendo il testimone di un altro grande esploratore: il Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia, che nel 1900 aveva toccato l’86° parallelo. Quella guidata da Monzino fu la prima spedizione a essere giunta al 90° parallelo con le tradizionali slitte degli inuit guidate dai cani: una marcia faticosissima di 71 giorni, un cammino sul pack durante il quale Monzino ha sfidato e vinto temperature rigidissime e difficoltà di ogni tipo.
Nel 1973 il Conte puntò a un nuovo, ambizioso traguardo, l’Everest: fu a capo della prima ascensione italiana sul Tetto del Mondo. Monzino organizzò una spedizione imponente composta da 55 militari dell’Esercito, 8 civili e 110 tonnellate di materiale per “concorrere sul piano internazionale ad un’affermazione di prestigio per la patria“. Anche in questo caso scrisse una pagina di storia: la spedizione riuscì a raggiungere la vetta.
Un anno dopo realizzò un altro grande sogno: acquistare quella villa di cui era innamorato sin da ragazzo, ammirata durante le sue gite in barca sul Lago di Como, Villa del Balbianello. Monzino la restaurò con cura e vi trasferì i cimeli dei suoi viaggi. Nella ricca ed elegante biblioteca sono custoditi le migliaia di volumi e le cartine geografiche che egli consultava con meticolosa attenzione per preparare le sue imprese; inoltre in Villa possiamo ammirare le opere d’arte che ha collezionato nel corso dei suoi viaggi – tra le quali un’importante collezione d’arte primitiva – e anche una delle slitte che ha raggiunto il Polo Nord.
Monzino venne a mancare improvvisamente, l’11 ottobre 1988, a sessant’anni, proprio come il Duca degli Abruzzi e volle essere sepolto a Villa del Balbianello, luogo che tanto amava e che dal 1974 era diventato il suo rifugio. Il 2 marzo 2018 il Comune di Tremezzina ha commemorato Guido Monzino intitolandogli la via che conduce alla Villa.