Dalla punta della penisola boscosa di Lavedo, allungata a picco sulle acque del centro del Lago di Como, Villa del Balbianello gode di un panorama unico che la rende una delle più scenografiche dimore del Lario.
Villa del Balbianello è un’elegante e romantica dimora del XVIII secolo con uno stupefacente giardino lasciata in eredità al FAI dal suo ultimo proprietario, l’alpinista ed esploratore italiano, Guido Monzino.
L’iniziatore delle meraviglie del Balbianello fu il Cardinal Durini, letterato e mecenate, che a fine Settecento acquistò il promontorio per edificarvi un’appartata dimora di villeggiatura e di svago letterario.
Nel 1974 la Villa passò alla proprietà di Guido Monzino, imprenditore, collezionista e appassionato viaggiatore.
Guido Monzino ebbe una vita molto avventurosa, fu a capo della prima ascensione italiana sul Tetto del Mondo, l’Everest. Molti cimeli delle imprese alpinistiche sono raccolti nel piccolo museo voluto e allestito nella Villa da Monzino stesso: il Museo delle Spedizioni.
Guido Monzino ebbe molta cura anche del giardino, dando inizio ad opere di restauro per ricreare l’aspetto dei tempi del cardinale Durini; con questi interventi il giardino riacquistò la forma della sua ideazione settecentesca.
Per volontà di Guido Monzino, nel 1988 il FAI ha preso in carico la gestione della Villa, preservandone lo spirito che rivive anche nello stupefacente giardino, curato con perfezione maniacale.
Nel giardino si intrecciano elementi differenti: stili del giardino all’italiana, peculiarità del giardino all’inglese e aspetti del giardino alla francese. Due fattori rendono il parco scenografico: la presenza di rampicanti e le artistiche potature ad ombrello nell’area antistante la Villa e a candelabro nella loggia.
Guarda i video tour di Villa del Balbianello, una delle dimore più affascinanti e romantiche della nostra Penisola che col suo magnifico giardino regala panorami unici sul Lago di Como ed ha ospitato letterati e viaggiatori da tutto il mondo.
“La monumentale struttura ad archi, inverdita da uno stupefacente Ficus Repens e decorata con una rosa dei venti intarsiata nel pavimento per orientare simbolicamente i ritorni di Monzino dopo le sue peregrinazioni intorno al mondo”.
“Il porticciolo ricavato tra le rocce che accoglie i visitatori in arrivo dal lago con il motto “Fay ce que vouldras” (Fa’ ciò che vuoi), a memoria del monito del Cardinal Durini che a fine Settecento volle realizzare in questo angolo lacustre un ritiro di delizia e di svago letterario”.
“Le preziose quanto curiose raccolte di oggetti rari, come quelle di arte primitiva (con esemplari africani, precolombiani, egizi, arcadici e inuit), di carte geografiche, stampe ottocentesche con vedute del Lario, libri, tappeti e rari dipinti su vetro del XVIII secolo”.
“Il brivido delle imprese alpinistiche di Guido Monzino, raccontate attraverso gli affascinanti cimeli del piccolo museo da lui voluto e allestito nella Villa”.