Come ogni anno ritorna l'imperdibile appuntamento con il Presepe Vivente il 24, 26 e 27 Dicembre 2018 a Sora, frazione del comune di San Bartolomeo Val Cavargna.
L’atmosfera natalizia di una vallata alpina senza vetrine e senza regali, solo con stradine addobbate da rami di pino, camini accesi, bracieri fumanti e migliaia di visitatori increduli che esitano ad entrare in quelle vecchie case ritornate calde e accoglienti come un tempo: un'esperienza imperdibile.
Programma
Orari di apertura e chiusura della manifestazione:
24 dicembre 2018 - Ore 18:00 - 23:30 – fiaccolata e S. Messa nella chiesa parrocchiale
26 dicembre 2018 - Ore 14:30 - 19:00
27 dicembre 2018 - Ore 14:30 - 19:00
Si comunica che l'accesso in auto alla frazione di Sora durante la manifestazione sarà possibile solo per i residenti. Per i visitatori saranno disponibili bus navetta gratuiti che dalla Piazza della Società di San Bartolomeo scenderanno fino all'abitato di Sora.
Il turista che desidera visitare il Presepe vivente dovrà recarsi a San Bartolomeo e da qui prendere un bus navetta che lo condurrà alla frazione di Sora. Una piantina distribuita a tutti i partecipanti fornirà le giuste indicazioni per visitare ogni angolo del presepe: vie, case, cascine e taverne. In ogni tappa il visitatore verrà accolto dalle comparse in costume d’epoca e potrà assaporare specialità locali.
La Storia
Il presepe della Val Cavargna da diciassette anni coinvolge in questa incredibile manifestazione tutta la popolazione della Valle.
Si tratta di un presepe laborioso: tutti i personaggi svolgono un mestiere dimenticato e sconosciuto ai più giovani, ma descritto con tanto entusiasmo ai visitatori dai più anziani.
È il lavoro dello stagnino che illumina la notte con le scintille dello stagno, dell’arrotino che intento ad affilare coltelli e forbici non esita a corteggiare le giovani massaie che gli affidano i loro utensili, dei segantini appesi a 3 metri da terra, sul cavalletto dove è già pronto il tronco dal quale si ricaveranno assi per pavimenti, per porte e armadi, finestre e imposte.
È il lavoro delle massaie che preparano la buseca o la matuscia per cena, salami e formaggi, degli artigiani che da tozzi pezzi di legno ricavano zoccoli o con l’aiuto del tornio, scodelle e altri utensili.
Gli abitanti di Sora prestano volentieri le loro case ai personaggi del presepe ed altri prestano anche i loro animali: la mucca, il vitellino, gli asini, le pecore e le capre, i cavalli e cosi via.
Per pochi giorni la frazione torna a rivivere come alla fine del 1800 o inizio del 1900
I vecchi camini e le consumate stufe sono riaccesi, l’antico lavatoio torna alla pulizia originaria.
Si riscoprono case col pavimento di cotto, camini con passaggi segreti per nascondere nelle viscere della terra generi alimentari, ai quali si può accedere solo spegnendo il fuoco.
I locali adibiti a laboratori per la lavorazione del latte sono riaperti e da personaggi esperti viene descritto come si fa il burro e il formaggio. Più sotto in un’altra casa si riscopre l’arte della filatura della lana: una sensazione di serenità pervade chi osserva le abili filatrici e l'atmosfera che si respira è magica.
Perché un presepe così?
Per non rinunciare a tramandare alle nuove generazioni il messaggio di pace e di serenità che Gesù ha portato sulla terra e che le vetrine e i regali rischiano di cancellare e di rendere inutile, per rendere consapevoli le nuove generazioni che il progresso di una Valle può essere solo frutto di un impegno costante e continuo.
Il lavoro collettivo che esercita alla fatica, alla costanza e all’impegno, la gioia di aver partecipato, la riscoperta del vero senso del Natale e della propria esistenza, questi sono i sentimenti che animano i personaggi di questo presepe vivente che ogni anno raduna migliaia di visitatori provenienti da tutta la Lombardia e dal Canton Ticino.