Realizzata fra il 1929 ed il 1932 dall’architetto Pietro Lingeri con una rilettura in senso razionalista dei caratteri tipologici delle case rivierasche, la villa è fortemente caratterizzata dalle aperture sulla facciata: la darsena, una veranda intermedia con terrazza e la soprastante loggia, che la mettono in dialogo con il lago antistante.
L’edificio fu commissionato dall’ingegnere Carlo Silvestri appassionato di motonautica e assiduo frequentatore dell’Associazione AMILA, la cui sede era stata progettata dallo stesso Lingeri. In questo caso le diverse soluzioni studiate dall’architetto sembrano indicare come l’esito finale possa essere considerato il frutto di un compromesso fra le richieste iniziali del committente ed un progressivo avvicinamento al lessico razionalista.
La villa riutilizza le fondazioni di un vecchio cantiere nautico conservando la struttura della darsena in pietra a vista e si sviluppa su tre piani privilegiando l’affaccio verso il lago sottolineato dall’uso del loggiato, chiuso al piano terra e aperto al primo piano. Come nel caso dell’AMILA Lingeri utilizza alcuni elementi derivati dall’architettura navale come gli oblò e i parapetti metallici.