Non mancano certo racconti idilliaci e romantici dei turisti che un tempo hanno soggiornato sul lago. Illustri politici, sovrani di mezzo mondo, artisti, scrittori e musicisti hanno lasciato traccia delle loro estate dorate passate in Tremezzina. Il bel mondo ha certamente apprezzato le gite in barca e in battello, i giardini silenziosi e il comfort degli alberghi di lusso e delle ville immerse nel verde.
Ma com’era la vita di chi al loro comfort provvedeva? Laura ha 82 anni e negli anni ’50 ha lavorato come cameriera in una delle tante ville padronali che si affacciano sulle sponde della Tremezzina. Già a 14 anni lascia il suo paesetto di montagna in Valtellina per andare “a servizio”, prima in una famiglia milanese e poi in un albergo di Pontresina. Così giovane e inesperta del mondo, riceve poche istruzioni tassative da sua mamma: “fai la brava, ubbidisci e stai alla larga dagli uomini.” Perché una ragazza dovesse stare alla larga dagli uomini non le è chiaro, ma esegue l’ordine alla lettera: quando va al mercato per le spese, appena vede un uomo scappa a gambe levate. Capirà presto il senso di quel misterioso ammonimento…
A Tremezzo approda per caso: una famiglia comasca in vacanza a Pontresina ha bisogno di una cameriera ed eccola dunque nel 1951 a entrare a far parte del personale di servizio, insieme a un cuoco, un autista, una bambinaia, una lavandaia e una cameriera responsabile delle camere.
Elettrodomestici non ne esistono proprio a quei tempi, solo la lavandaia può contare su una sorta di mastello dotato di una manovella che serve per fare il bucato. Ogni estate la famiglia si trasferisce da Como in una villa a Tremezzo, dove Laura si occupa del servizio a tavola e del guardaroba. Fa la spola tra due sale da pranzo – una per i bambini, l’altra per gli adulti – e nei giorni di festa, quando ci sono ospiti invitati in villa, il servizio inizia alle 7 di mattina e va avanti fino a tardi, a mezzanotte e oltre. Non ha una giornata libera, ma soltanto un paio d’ore di riposo ogni giorno.
Un lavoro impegnativo, ma in un clima sereno: i “signori” sono gentili, “democratici”, le danno del lei e rispettano il lavoro del personale. E come nei sogni di tante fanciulle in fiore più fortunate di lei, anche per Laura la villa in Tremezzina diventa occasione per un incontro romantico che cambierà la sua vita.
A fare breccia nel suo cuore è un giovane del paese che va a pescare e fornisce il pesce alla famiglia di villeggianti. Un uomo che vuole offrirle una vita nuova, diversa ed è capace di rinunciare alle sigarette per un anno per poterle comperare l’anello di fidanzamento.
Un altro capitolo si apre per Laura in Tremezzina, non più “a servizio”.