Marco Magnifico, Vicepresidente del FAI, racconta la sua prima visita a Villa Fogazzaro Roi attraverso un video tour, un viaggio nel tempo fatto di ricordi, emozioni, incontri suggestivi e indimenticabili.
Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) in questo periodo di emergenza sanitaria propone #italiamimanchi.
“Là fuori c’è l’Italia che aspetta e saprà ricambiare il tuo amore con tutta la sua bellezza. Anche da casa segui le storie del FAI”.
Ogni giorno sul sito del FAI potrete trovare una rubrica di approfondimento per conoscere le più belle storie del FAI anche da casa attraverso dei video tour.
Come si legge sul sito:
“Questi sono giorni che rimarranno impressi nella memoria dei nostri cuori. Il primo pensiero è rivolto a tutti coloro che in questo momento soffrono e a quanti sono in prima linea a lottare per la vita di tutti noi; un atto di coraggio, responsabilità, ma soprattutto di amore nei confronti degli altri.
L’impegno del FAI prosegue dalle nostre case, a testimonianza del fatto che, non senza sforzi, è possibile stare insieme anche se distanti. Quotidianamente sulle nostre pagine social potrete visitare virtualmente dal divano i nostri Beni, passeggiare per i giardini, conoscere le storie inedite di oggetti di grande valore storico e artistico, scoprire spazi nascosti e godere dell’infinita bellezza del nostro Paese.
È un piccolo gesto per sentirci più vicini, nell’attesa che ritorni, per quanto possibile, la normalità e con essa una rinnovata voglia di stupirci di fronte a ciò che ci circonda”.
Un’appartata e intima dimora della borghesia ottocentesca; arredi, quadri e oggetti di squisito gusto rievocano, ancora intatti, le atmosfere del capolavoro di Antonio Fogazzaro, che tanto amò questa villa affacciata su un angolo intoccato del Ceresio.
Donata al FAI da Giuseppe Roi, nel 2009
Esistono luoghi che sembrano rimasti fermi nel loro tempo, impermeabili al succedersi dei secoli e alle trasformazioni del territorio. Così accade a Oria, un piccolo borgo sulle rive comasche del Lago di Lugano, dove il ritmo sembra essere ancora quello ottocentesco che qui scandì buona parte della vita di Antonio Fogazzaro. Lo scrittore trascorse lunghi periodi nella Villa che oggi porta il suo nome e che gli fornì l’ispirazione per comporre e ambientare “Piccolo mondo antico”, il suo romanzo più conosciuto, pubblicato nel 1896.
La stessa atmosfera intima e domestica che fa da cornice alla vicenda di Franco e Luisa Maironi è giunta inalterata fino a noi grazie al marchese Giuseppe Roi, pronipote dello scrittore, che a metà Novecento rinnovò e riallestì con gusto ogni ambiente prima di lasciare la casa al FAI perché alla sua morte non venisse snaturata. Ed è così che la suggestione letteraria aleggia ancora ovunque, dallo studio con i ricordi personali dello scrittore alla biblioteca, dal salone alla sala da pranzo, alla galleria affrescata fino alla darsena privata dove nel libro si consumò la tragica morte della piccola Ombretta.
Il tutto è reso più scenografico da un incantevole giardino pensile che si affaccia su un panorama del Ceresio rimasto in buona parte selvatico, con il profumo intenso dell’olea fragrans che “diceva in un angolo la potenza delle cose gentili”. Pressoché inalterata dai tempi di Fogazzaro, la Villa è un viaggio a due binari in un piccolo mondo borghese di fine Ottocento, ambientato in un recondito angolo di Lombardia tanto amato da uno dei grandi protagonisti della nostra letteratura.
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