La chiesa spicca per il suo aspetto maestoso, conferito dalle dimensioni monumentali. Edificata nel 1724 accanto alla precedente romanica, di cui ingloba la parte usata a sacrestia e oratorio della confraternita, rappresenta una delle più interessanti architetture settecentesche del territorio con evidenti influenze del rococò europeo. Notevole l’affresco della cupola dipinto da Giulio Quaglio, e gli stucchi che ornano i cinque altari in marmo nero.
Dal sagrato della chiesa si può ammirare una spettacolare veduta panoramica che spazia dal promontorio di Bellagio al golfo di Lenno, incorniciati dalle montagne del San Primo e della Grigna.
La facciata concava è scandita da un doppio ordine di lesene doriche ed è conclusa da un timpano triangolare sommitale. Al centro si apre l'elegante portale in pietra con cimasa centrale nella quale è ricordata la dedicazione della chiesa. A destra della facciata si eleva la mole del campanile a pianta quadrangolare e lanterna ottagonale.
L'interno della chiesa si caratterizza per la pianta composita ad unica aula con cappelle laterali e un profondo presbiterio con abside semicircolare. Le pareti sono scandite da lesene giganti di ordine dorico e corinzio sopra le quali corre un alto cornicione. A destra la prima cappella, dedicata al Sacro Cuore, ha un elegante altare settecentesco in marmo al centro del quale è collocata una statua in terracotta. La cappella successiva, dedicata alla Beata Vergine, ha un altare con colonne tortili al centro del quale è collocata una tela che raffigura la Madonna col Bambino e Santi.
La prima cappella a sinistra, dedicata al Crocifisso, presenta al centro una pala della Crocifissione forse seicentesca. Nella cappella seguente, dedicata alla Madonna del Carmine, l'altare in marmo conserva entro una nicchia una statua della Madonna dello Scapolare.
La volta è decorata da un affresco settecentesco che rappresenta la Gloria di S. Abbondio, eseguito nel 1716 da Giulio Quaglio, autore anche dei quattro Evangelisti nei pennacchi. Nel presbiterio spicca la struttura dell'altare maggiore con pilastri e colonne tortili al centro del quale è collocata la statua di S. Abbondio, opera attribuita allo scultore Stefano Salterio di Laglio al quale vengono riferite anche le statue di angeli a lato dell'altare. Completano l'arredo della chiesa alcuni tondi di fine Seicento e alcune tele collocate sulle pareti.
Accanto alla chiesa sorge l'attuale canonica che occupa il corpo di fabbrica dell'antica chiesa di origine romanica. All'interno si conservano alcuni ambienti della chiesa: la Cappella della Confraternita, ornata da un ciclo di stucchi ed affreschi seicenteschi e l'Oratorio della Beata Vergine del Carmine, che conserva la decorazione seicentesca. Sull'altare entro un'elegante cornice in stucco è collocata una tela che rappresenta la Madonna che dona lo scapolare a S. Simone Stock. La volta è ornata da stucchi e da affreschi in cui sono raffigurati l'Assunta, Angeli musicanti, il Miracolo della Madonna del Carmine e un Miracolo di S. Simone Stock.
La chiesa ha origini antiche e fu fondata probabilmente nel XII secolo come edificio a navata unica. Dell’antica chiesa romanica restano il prospetto laterale affacciato a sud e caratterizzato da archetti pensili, parte della facciata inserita nell’attuale sacrestia, le fondamenta del campanile e un lacerto di decorazione ad affresco nel sottotetto. La presenza di evidenti differenze nei peducci degli archetti sembra indicare due diversi interventi che potrebbero essere legati ad un successivo ampliamento di questo primo edificio.
In occasione della visita pastorale del 1593 la chiesa, con tetto in legno a vista, presentava una decorazione pittorica nella cappella maggiore in cui erano affrescati il Padre Eterno con gli Evangelisti e i Dodici Apostoli ed aveva anche un portico in facciata utilizzato come cimitero. Probabilmente a questa data la struttura della chiesa corrispondeva ancora a quella dell’edificio romanico ma nel corso del XVII secolo furono realizzati diversi interventi di miglioramento. Nel 1602 fu avviata la costruzione della volta lunettata, realizzata da Giovanni Antonio de Matti di Portezza, e in seguito furono aggiunti il coro, realizzato prima del 1659, e le cappelle laterali, completate entro il 1670, e fu ampliata la sacrestia.
Sempre nella prima metà del Seicento fu realizzato l’altare ligneo a tempietto a tre livelli con Angeli laterali e probabilmente anche gli affreschi sulle pareti del presbiterio. Forse in una fase successiva furono realizzati gli affreschi e gli stucchi sulla volta del presbiterio. Ad una fase più tarda risale un’altra campagna decorativa che portò alla realizzazione degli affreschi nella cappella della Madonna del Carmine, divenuta sede dell’omonima Confraternita fra il 1670 ed il 1675, e di due affreschi con la Natività della Vergine e la Madonna del Suffragio sulle pareti della cappella della Vergine. Probabilmente nel XVII secolo furono aggiunte anche alcune tele e alcuni arredi poi riutilizzati nella nuova chiesa. Nel 1692 infatti avvenne la separazione dalla chiesa matrice di Lenno e si fece strada l’ipotesi di realizzare un nuovo edificio accanto all’antica chiesa. I lavori ebbero inizio a partire dal 1702, probabilmente sotto la direzione del capomastro Bleni, e furono completati entro il 1724 quando avvenne la consacrazione della chiesa. In questo lasso di tempo furono realizzate anche alcune decorazioni interne fra le quali l’affresco sulla volta con la Gloria di S. Abbondio eseguito fra il 1714 ed il 1716 dal pittore Giulio Quaglio, gli altari ai quali si lavorava già nel 1715 utilizzando anche materiali provenienti da Genova.
Il campanile fu realizzato successivamente fra il 1728 ed il 1746. Il nuovo edificio aveva una navata unica con quattro cappelle laterali e fu disposto ortogonalmente alla chiesa antica. In questa occasione probabilmente furono demoliti il portico in facciata e la cappella laterale dedicata a S. Fermo e in seguito l’antica chiesa fu utilizzata in parte come sacrestia e in parte come casa parrocchiale mentre nell’antico presbiterio fu aperto un nuovo ingresso per farne la sede della Confraternita della Madonna del Carmine. Nel 1771 furono aggiunte statue sull’altare maggiore eseguite probabilmente dallo scultore Stefano Salterio di Laglio.
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